venerdì 8 febbraio 2019

Bologna e il suo alfabeto.

Eccoci arrivati alla lettera E,Amici del gruppo.
E,come Emilia....la via Emilia,la grande strada voluta dal console romano Marco Emilio Lepido,che portò sviluppo e ricchezza alle comunità dell'Emilia Romagna e soprattutto a Bologna.

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L'esercito di Roma,che da circa 15 anni aveva chiuso con le guerre puniche in maniera vittoriosa,sconfiggendo i Galli,conquistando anche Bologna,con le truppe guidate dal console Marco Emilio Lepido,ritrovandosi con l'esercito"disoccupato",affidò a loro il compito di costruire una strada che poi prese il nome di via Emilia.
Questa strada doveva unire anche Rimini con Piacenza e fu completata nel 187 a.C.,e di fatto la la via proseguiva il percorso della via Flaminia(Roma-Rimini) costruita nel 219 a.C.,mentre si univa a Piacenza con la via Postumia,cioè la via costruita per unire i porti di Genova e di Aquileia.
I Romani così,avevano allestito un sistema vario,che permetteva il passaggio degli eserciti,dei mercanti e dei coloni(oggi parleremmo di infrastrutture).
La prima formazione della via Emilia,come per altre strade Romane,fu di carattere militare,cioè consentiva alle truppe di spostarsi in maniera veloce in caso di necessità.
Ma la via Emilia significò anche l'inizio di un processo di colonizzazione da parte dei Romani ,della fertile Pianura Padana. Così iniziò un processo demografico crescente,sviluppato dalle prospettive positive dell'agricoltura,vera fonte di ricchezza.
Risale dunque a oltre due millenni,la prosperità di questa parte dell'Italia,e la grande intuizione della via Emilia,si rafforzò nei secoli,portando benessere a quelle popolazioni,favorendo i traffici commerciali e non solo.

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(l'antica via romana trovata in via Ugo Bassi)

La via Emilia,che oggi si chiama Strada Statale 9,è stata "riformata",modificata e prolungata fino a Milano. Non solo: è diventata la complanare di altre infrastrutture fondamentali,che hanno affiancato il suo percorso,come la linea ferroviaria,oggi anche con l'Alta Velocità,e le autostrade,quella del Sole(A1) e l'Adriatica(A14).
Sulla via Emilia,molte città hanno prosperato,ora diventati capoluoghi di provincia,come Modena,Forlì,Cesena, e verso nord,Reggio Emilia,Parma,Piacenza.
La città di Reggio Emilia,che fu chiamate Regium Lepidi,ha collocato una statua di Marco Emilio Lepido nel Palazzo Comunale.
Ci furono altri insediamenti,grazie alla presenza di questa oramai importantissima strada,uno su tutti l'antica Claterna che sta tornando alla luce.
Così,a distanza di oltre duemila anni,lìopera voluta dal console della Repubblica Romana,ha significato ben più che una via di comunicazione:lungo questa antica strada sonosorte tantissime comunità prosperose.
Con pieno diritto quindi,la Regione ha preso il nome di Emilia - Romagna.
(fonte "Il Resto del Carlino"di Marco Poli)

                                                                 Vincenzo Coppola

sabato 2 febbraio 2019

Bologna e il suo alfabeto.

Oggi amici del gruppo, siamo alla lettera "D",dell'originale alfabeto di Bologna.

"D",come l'architetto Dotti Carlo Francesco(1670/1759),che progettò il Santuario della Beata Vergine di San Luca,costruito sia con il lavoro volontario,sia con il denaro dei cittadini bolognesi.
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Fin da piccolo i cantieri e l'architettura,li aveva nel"sangue",tanto che il padre di Carlo Francesco,architetto,lo introdusse e indirizzò al mestiere.
Per tutti i bolognesi,Carlo Francesco Dotti,è legato a uno dei monumenti più amati della città, il Santuario della Beata Vergine di San Luca.
Nato in una frazione di Como,Dotti visse la sua la sua professione a Bologna,dove abitò in via del Pratello assieme alla moglie Caterina Tartarini che gli diede tre figli e due dei quali continuarono la professione del padre: Giovanni Giacomo e Giovanni Paolo.
La prima opera significativa del Dotti,fu la costruzione dell'Arco del Meloncello,una opera importante per congiungere la parte del portico di San Luca,proveniente da porta Saragozza,con quello che sale verso il Santuario.Prima fu costruito il ponte per permettere il passaggio di carri e carrozze, poi la parte superiore,cioè il monumentale arco.La costruzione di questa opera, fu finanziata da generosi lasciti di denaro, e probabilmente per questo motivo,dall'approvazione del progetto(1719)alla fine dei lavori(1732),trascorsero parecchi anni.
Così dopo il Meloncello,il Dotti si cimentò nel progetto più importante e prestigioso, la costruzione del Santuario della Madonna di San Luca,affidatogli nell'anno 1722.
L'anno sucessivo,fù posta la prima pietra per la costruzione del Santuario,finanziato sempre dalle generosità dei bolognesi, proprio come il portico.
Così,nel 1742 fu ultimata la costruzione della grandiosa cupola, e nel 1757 i lavori si conclusero con il completamento della facciata e con la pavimentazione.

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Dotti però, non ebbe la soddisfazzione di assistere alla consacrazione del Santuario,che avvenne nel 1765,perchè morì il 3 giugno 1759.
Ma il Santuario di San Luca,non fù l'unica opera del Dotti: si deve a Lui,la ristrutturazione della Basilica di San Domenico. Questi prestigiosi lavori, gli valsero la nomina di"architetto del Senato bolognese",un incarico questo che comportò numerosi lavori pubblici e opere di manutenzione del patrimonio comunale.

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Intervenne su palazzo Davia Bargellini,progettando lo scalone, e al Dotti si deve anche l'altare di Sant' Ivo in San Petronio,che si trova nella terza cappella della navata a sinistra,e per finire fu anche attivo in alcuni comuni della Provincia.
Dotti Carlo Francesco, assieme a Alfonso Torreggiani,furono così considerati i migliori architetti del Settecento.
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Al Dotti, è stata dedicata una laterale di via Saragozza,a qualche centinaio di metri dall'inizio della salita che porta al Santuario della Madonna di San Luca.
(fonte"Il Resto del Carlino"di Marco Poli)

                                                                      Vincenzo Coppola