mercoledì 19 settembre 2018
UNA MERIDIANA A BOLOGNA.
Proprio così,Amici del gruppo,nella Basilica di San Petronio,sapere che ore sono,senza un orologio,non è impossibile.
L'edificio,ospita infatti,la meridiana più lunga al mondo. La su lunghezza è di metri 67 e attraversa il pavimento della chiesa fin dal 1657.
Fù Domenico Cassini,a realizzarla,un professore in astronomia,che era convinto che il moto dei pianeti dipendesse da quello del sole,quindi,secondo la sua teoria,per studiare le orbite planetarie,bisognava prima indagare su quella solare.
La basilica,l'aveva ritenuta,il luogo perfetto per i suoi esperimenti teorici: era grande abbastanza e aveva già una meridiana presente,perchè la prima,fu "inserita" nella chiesa tra l'anno 1575 e l'anno 1576 dal domenicano Egnazio Danti,che a sua volta si era già"occupato"della meridiana di Santa Maria Novella a Firenze.
Ma,durante lavori di ristrutturazione della chiesa stessa,la prima meridiana fu andata distrutta,e ci pensò dunque,il Cassini,a ricostruirla,che,per portare a termine il suo progetto,forò il tetto della navata a sinistra a 27,07 metri di altezza,così da poter vedere il sole senza alcun intralcio.
A terra poi,venne disegnata una linea in ferro con un pavimento di marmo,su cui vennero incisi i segni zodiacali,i mesi e gli equinozi.In seguito poi,nell'anno 1775,la meridiana venne restaurata da Eustachio Zanotti,che sostutuì la linea in ferro sul pavimento con l'ottone.
Quindi,la teoria,l'idea di Cassini,alla fine risultò vincente,perchè non solo riuscì a dimostrare che il sole ha due tipi di moto(uno reale e unom apparente),la sua meridiana,che è pari alla seicentomillesima parte del meridiano terrestre,si confermò come strumento di precisione.........Uno strumento che ancora oggi ci permette di riconoscere il mezzogiorno solare per tutto l'anno e in qualsiasi stagione.
Vincenzo Coppola
venerdì 14 settembre 2018
LA BOLOGNA MEDIEVALE E LE SUE 100 TORRI...IL SUO FASCINO SUPERA LA MODERNA NEW YORK?
Eccoci al secondo "capitolo",Amici del gruppo,delle torri che la nostra città ha avuto nell'epoca medievale. Continuiamo:
........tante torri,dunque a bologna,ma non tutte alte e uguali........ci furono quindi,torri meno alte,che furono chiamate "case-torri",sempre imponenti,sempre simboli di prestigio sociale,otre che luoghi di rifugio,per gli abitanti delle case vicine,per suddette vicende di schieramenti"politici".
Eccone un esempio ancora in essere a Bologna,la casa-torre Azzoguidi(foto sopra)
Passiamo a altro genere di torri: i "torresotto",caratteristiche queste torri dalle porte fortificate,a protezione della seconda cerchia di mura della città medievale.
I torresotto erano ben 18 in origine,e oggi ne restano soltanto 4,insieme al poco muro di cinta che si può solo immaginare,chiamata la "Cerchia del Mille".
Ecco due delle quattro torrisotto rimaste,quella di strada Castiglione e quella di San Vitale.(foto sopra)
Ma già durante il 13° secolo,molte torri crollarono o furono abattute,altre invece furono abbassate per motivi di sicurezza che poi,nel corso dei secoli,vennero utilizzate per scopi diversi tipo:prigioni,negozi o abitazioni.......
A tutt'oggi quindi,delle 100 e più torri di Bologna,ne restano soltanto una ventina.Molte torri,che reserero Bologna una"turrita",furono comunque abbattute in epoca relativamente recente,durante un periodo di ristrutturazione urbanistica...non proprio felice: nell'anno 1918 fu demolita la Torre Conforti,a seguire nel 1919,furono abbattute le Torri Artenisi e Riccadonna,che sorgevano nel Mercato di Mezzo,vicino a quelle che oggi e tutt'ora sono il simbolo della nostra città: la Torre Garisenda e la Torre degli Asinelli.(foto sotto)
Quindi,restano soltanto due torri"superstiti",che come detto sono rimaste come simbolo di quello che era la nostra città nel medioevo,e che svettano ancora nel cuore antico della città.....quello che una volta era il Mercato di Mezzo....Le Torri degli Asinelli e Garisenda.(foto sotto)
Nel 14°secolo fu realizzata una "passerella aerea",che univa le due torri,distrutta poi da un incendio nel 1938.Incendio,si pensa,forse voluto da Giovanni Visconti,duca di Milano,per tenere d'occhio il Mercato di Mezzo.Allora,la nobile famiglia milanese governava la città,dopo la decadenza dei precedenti nobili signori,i Pepoli,ma i cittadini bolognesi,non amavano per niente i Visconti,che a loro volta temevano lo scoppio di una rivolta popolare..........ma,altra storia.........
Quindi,cari Amici del gruppo,tanti,tantissimi hanno paragonato la"turrita Bologna medievale"allo skyline dell'odierna Manhattan,ma.......lasciatemelo dire...il fascino e la bellezza antica della nostra città medievale,se fosse stato tutto conservato,avrebbe vinto molto facilmente sul più moderno fascino del più famoso quartiere degli Stati Uniti.(foto sotto)
Vincenzo Coppola (da fonte VM-Annalisa Lo Monaco)
........tante torri,dunque a bologna,ma non tutte alte e uguali........ci furono quindi,torri meno alte,che furono chiamate "case-torri",sempre imponenti,sempre simboli di prestigio sociale,otre che luoghi di rifugio,per gli abitanti delle case vicine,per suddette vicende di schieramenti"politici".
Eccone un esempio ancora in essere a Bologna,la casa-torre Azzoguidi(foto sopra)
Passiamo a altro genere di torri: i "torresotto",caratteristiche queste torri dalle porte fortificate,a protezione della seconda cerchia di mura della città medievale.
I torresotto erano ben 18 in origine,e oggi ne restano soltanto 4,insieme al poco muro di cinta che si può solo immaginare,chiamata la "Cerchia del Mille".
Ecco due delle quattro torrisotto rimaste,quella di strada Castiglione e quella di San Vitale.(foto sopra)
Ma già durante il 13° secolo,molte torri crollarono o furono abattute,altre invece furono abbassate per motivi di sicurezza che poi,nel corso dei secoli,vennero utilizzate per scopi diversi tipo:prigioni,negozi o abitazioni.......
A tutt'oggi quindi,delle 100 e più torri di Bologna,ne restano soltanto una ventina.Molte torri,che reserero Bologna una"turrita",furono comunque abbattute in epoca relativamente recente,durante un periodo di ristrutturazione urbanistica...non proprio felice: nell'anno 1918 fu demolita la Torre Conforti,a seguire nel 1919,furono abbattute le Torri Artenisi e Riccadonna,che sorgevano nel Mercato di Mezzo,vicino a quelle che oggi e tutt'ora sono il simbolo della nostra città: la Torre Garisenda e la Torre degli Asinelli.(foto sotto)
Quindi,restano soltanto due torri"superstiti",che come detto sono rimaste come simbolo di quello che era la nostra città nel medioevo,e che svettano ancora nel cuore antico della città.....quello che una volta era il Mercato di Mezzo....Le Torri degli Asinelli e Garisenda.(foto sotto)
Nel 14°secolo fu realizzata una "passerella aerea",che univa le due torri,distrutta poi da un incendio nel 1938.Incendio,si pensa,forse voluto da Giovanni Visconti,duca di Milano,per tenere d'occhio il Mercato di Mezzo.Allora,la nobile famiglia milanese governava la città,dopo la decadenza dei precedenti nobili signori,i Pepoli,ma i cittadini bolognesi,non amavano per niente i Visconti,che a loro volta temevano lo scoppio di una rivolta popolare..........ma,altra storia.........
Quindi,cari Amici del gruppo,tanti,tantissimi hanno paragonato la"turrita Bologna medievale"allo skyline dell'odierna Manhattan,ma.......lasciatemelo dire...il fascino e la bellezza antica della nostra città medievale,se fosse stato tutto conservato,avrebbe vinto molto facilmente sul più moderno fascino del più famoso quartiere degli Stati Uniti.(foto sotto)
Vincenzo Coppola (da fonte VM-Annalisa Lo Monaco)
Etichette:
Asinelli,
Azzoguidi,
Bologna,
Castiglione,
Garisenda,
la turrita,
Manhattan,
San Vitale
giovedì 13 settembre 2018
LA BOLOGNA MEDIEVALE E LE SUE 100 TORRI...IL SUO FASCINO SUPERA LA MODERNA NEW YORK?
Amici di Bologna,oggi voglio iniziare un nuovo"capitolo"di storia,un "fascino",che può o potrebbe addirittura superare la moderna New York?.......
Inizio con una prima"puntata",della nostra città,sempre ricca di storia,cultura e arte.....
Quanti nomi o soprannomi ha la nostra città?....Bologna è chiamata la "dotta",perchè proprio qua,nacque la prima università del mondo occidentale,è chiamata la"grassa",per la sua deliziosa cucina,ma non propriamente"dietetica",è chiamata pure la"rossa",per il colore rosso dei mattoni che vantano i palazzi costruiti nel centro storico e per la preferenza politica,in generale,dei suoi abitanti,e poi........Bologna fu chiamata anche la"turrita",per le tantissime torri,che nel medioevo,rendevano la nostra città spettacolare!
Tra gli anni 1200 e il 1300,nella nostra città,spuntarono circa 100 torri,e si pensa anche di più(180),secondo le ricerche,che nel 19°secolo condusse Giovanni Gozzadini,negli archivi cittadini.
Secondo le stime odierne però,si parla di circa 90/100 torri più o meno alte,realizzate dalle famiglie nobili della città,per motivi che ancora oggi non sono ben chiari.Si pensa a simboli di ricchezza e potere,ma anche a "strumenti"di offesa e difesa,in una epoca dove il conflitto,tra il Papato e il Sacro Romano Impero,era molto forte,e all'epoca i cittadini erano schierati da una parte o dall'altra,quindi usate non certamente come residenze di lusso,ma usate come temporanei rifugi in caso di pericoli di sommosse.
Bene cari amici del gruppo,per oggi mi fermo qua......alla prossima puntata,dove parlerò in maniera più dettagliata delle varie tipologie delle tante torri........di Bologna.
Vincenzo Coppola
Inizio con una prima"puntata",della nostra città,sempre ricca di storia,cultura e arte.....
Quanti nomi o soprannomi ha la nostra città?....Bologna è chiamata la "dotta",perchè proprio qua,nacque la prima università del mondo occidentale,è chiamata la"grassa",per la sua deliziosa cucina,ma non propriamente"dietetica",è chiamata pure la"rossa",per il colore rosso dei mattoni che vantano i palazzi costruiti nel centro storico e per la preferenza politica,in generale,dei suoi abitanti,e poi........Bologna fu chiamata anche la"turrita",per le tantissime torri,che nel medioevo,rendevano la nostra città spettacolare!
Tra gli anni 1200 e il 1300,nella nostra città,spuntarono circa 100 torri,e si pensa anche di più(180),secondo le ricerche,che nel 19°secolo condusse Giovanni Gozzadini,negli archivi cittadini.
Secondo le stime odierne però,si parla di circa 90/100 torri più o meno alte,realizzate dalle famiglie nobili della città,per motivi che ancora oggi non sono ben chiari.Si pensa a simboli di ricchezza e potere,ma anche a "strumenti"di offesa e difesa,in una epoca dove il conflitto,tra il Papato e il Sacro Romano Impero,era molto forte,e all'epoca i cittadini erano schierati da una parte o dall'altra,quindi usate non certamente come residenze di lusso,ma usate come temporanei rifugi in caso di pericoli di sommosse.
Bene cari amici del gruppo,per oggi mi fermo qua......alla prossima puntata,dove parlerò in maniera più dettagliata delle varie tipologie delle tante torri........di Bologna.
Vincenzo Coppola
Etichette:
Bologna,
la dotta,
la grassa,
la rossa.,
la turrita
mercoledì 12 settembre 2018
BOLOGNA: LA CITTA' PIU'"PORTICATA"AL MONDO!
Bologna è la città dei portici per antonomasia. Nel capoluogo felsineo, i porticati misurano complessivamente più di 38 chilometri, contando solo quelli nel centro storico, che arrivano a 53 km se si aggiungono quelli fuori porta.
Non esiste al mondo una città più porticata di Bologna. Per la loro importanza artistico-culturale, i portici bolognesi sono stati inseriti nel 2006 nella “Tentative List” italiana dei siti candidati a diventare Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Qui troviamo portici da record, a partire da quello di San Luca,che con i suoi 3.796 metri di lunghezza e le sue splendidi 666 arcate è il più lungo del mondo.
Ma come nascono i nostri famosi portici,che abbiamo solo noi al mondo?
Una prima testimonianza di questo famosissimo patrimonio archittettonico,risale all'anno 1041.
L'Università di Bologna,anche questa famosissima e storica,che poi vi illustrerò,attirava nella nostra città moltissimi studenti e accademici,ma soprattutto il forte incremento della popolazione in città,era dovuto soprattutto all'immigrazione delle campagne vicine al capoluogo.
molto presto dunque,a Bologna ci fu una vera e propria emergenza abitativa,e ci fu "l'esigenza"di inventarsi un nuovo "spazio urbano".I cittadini,decisero così,di aumentare la cubatura delle proprie case,ampliando i piani superioiri costruendo"sporti"in legno sorretti dal prolungamento delle travi portanti del solaio e,nel caso di forti sporgenze,da mensole dette"beccadelli".
Ma nel tempo,gli"sporti"aumentarono di grandezza,e fu necessario costruire colonne di sostegno dal basso,per impedirne il crollo. FU COSI' CHE NACQUERO I PORTICI.
I bolognesi,compresero da subito,la grande utilità di queste opere di architettura,che offrivano riparo dal sole e dalle intemperie stagionali,consentendo a tutti,cittadini e turisti,di attraversare la città, qualunque fosse la condizione atmosferica.Ma non solo,i portici favorivano anche l'espansione di attività commerciali e artigianali,e rendevano più abitabili i pianterreni isolandoli dalla sporcizia delle strade.
Così nell'anno 1288,il Comune di Bologna,stabilì che tutte le nuove costruzioni,dovessero essere costruite con il portico in muratura,e quelle invece già esistenti che non avevano il "portico",erano tenute ad aggiungerlo.
Tutt'oggi,in città,"sopravvivono"ben otto portici in legno,e tra questi,il celebre esempio è quello di Casa Isolani,in strada maggiore,risalente al XIII secolo,l'elegante Casa Grassi in Via Marsala e a Casa Rampionesi,in Via del Carro.
Risalgono al Trecento invece: Casa Azzoguidi-Rubini,in Via S.Nicolò,Casa Seracchioli all'inizio di Via S.Stefano,fino all'ex orfanatrofio di Via Beghetto.
Il portico più giovane tra questi fatti in legno,è invece quello di Via Gombruti 17,costruito nel XV secolo.
Bè Amici del gruppo,se qualcuno non lo sapeva...ora sà!....Bologna UNICA nel suo genere e......tutto questo lo abbiamo solo noi!!!
Vincenzo Coppola
Non esiste al mondo una città più porticata di Bologna. Per la loro importanza artistico-culturale, i portici bolognesi sono stati inseriti nel 2006 nella “Tentative List” italiana dei siti candidati a diventare Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Qui troviamo portici da record, a partire da quello di San Luca,che con i suoi 3.796 metri di lunghezza e le sue splendidi 666 arcate è il più lungo del mondo.
Ma come nascono i nostri famosi portici,che abbiamo solo noi al mondo?
Una prima testimonianza di questo famosissimo patrimonio archittettonico,risale all'anno 1041.
L'Università di Bologna,anche questa famosissima e storica,che poi vi illustrerò,attirava nella nostra città moltissimi studenti e accademici,ma soprattutto il forte incremento della popolazione in città,era dovuto soprattutto all'immigrazione delle campagne vicine al capoluogo.
molto presto dunque,a Bologna ci fu una vera e propria emergenza abitativa,e ci fu "l'esigenza"di inventarsi un nuovo "spazio urbano".I cittadini,decisero così,di aumentare la cubatura delle proprie case,ampliando i piani superioiri costruendo"sporti"in legno sorretti dal prolungamento delle travi portanti del solaio e,nel caso di forti sporgenze,da mensole dette"beccadelli".
Ma nel tempo,gli"sporti"aumentarono di grandezza,e fu necessario costruire colonne di sostegno dal basso,per impedirne il crollo. FU COSI' CHE NACQUERO I PORTICI.
I bolognesi,compresero da subito,la grande utilità di queste opere di architettura,che offrivano riparo dal sole e dalle intemperie stagionali,consentendo a tutti,cittadini e turisti,di attraversare la città, qualunque fosse la condizione atmosferica.Ma non solo,i portici favorivano anche l'espansione di attività commerciali e artigianali,e rendevano più abitabili i pianterreni isolandoli dalla sporcizia delle strade.
Così nell'anno 1288,il Comune di Bologna,stabilì che tutte le nuove costruzioni,dovessero essere costruite con il portico in muratura,e quelle invece già esistenti che non avevano il "portico",erano tenute ad aggiungerlo.
Tutt'oggi,in città,"sopravvivono"ben otto portici in legno,e tra questi,il celebre esempio è quello di Casa Isolani,in strada maggiore,risalente al XIII secolo,l'elegante Casa Grassi in Via Marsala e a Casa Rampionesi,in Via del Carro.
Risalgono al Trecento invece: Casa Azzoguidi-Rubini,in Via S.Nicolò,Casa Seracchioli all'inizio di Via S.Stefano,fino all'ex orfanatrofio di Via Beghetto.
Il portico più giovane tra questi fatti in legno,è invece quello di Via Gombruti 17,costruito nel XV secolo.
Bè Amici del gruppo,se qualcuno non lo sapeva...ora sà!....Bologna UNICA nel suo genere e......tutto questo lo abbiamo solo noi!!!
Vincenzo Coppola
martedì 11 settembre 2018
LA NOSTRA STORIA: LA BASILICA DI SANTO STEFANO
Eccoci giunti alla terza e ultima"puntata"di questa interessante storia,una delle più originali che la nostra Bologna ha!..........
......Nonostante tutto i bolognesi rimasero affezionati alla loro piccola Gerusalemme. Tra il 1400 e il 1800 il complesso raggiunse il suo massimo sviluppo, e tranne piccole modifiche è giunto intatto ai nostri giorni. In particolare qui possiamo osservare la più antica, e si suppone più fedele, ricostruzione del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Grazie alle testimonianze dei cavalieri crociati il sepolcro venne ricostruito nelle stesse forme e proporzioni di quelle che l'imperatore bizantino Costantino IX Monomaco aveva eretto a Gerusalemme nel 1050, che a sua volta replicava quanto più fedelmente possibile il disegno dell'originale.
......Nonostante tutto i bolognesi rimasero affezionati alla loro piccola Gerusalemme. Tra il 1400 e il 1800 il complesso raggiunse il suo massimo sviluppo, e tranne piccole modifiche è giunto intatto ai nostri giorni. In particolare qui possiamo osservare la più antica, e si suppone più fedele, ricostruzione del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Grazie alle testimonianze dei cavalieri crociati il sepolcro venne ricostruito nelle stesse forme e proporzioni di quelle che l'imperatore bizantino Costantino IX Monomaco aveva eretto a Gerusalemme nel 1050, che a sua volta replicava quanto più fedelmente possibile il disegno dell'originale.
Qualche curiosità!
Nella cripta di San Giovanni Battista c'era (e c'è ancora) una colonna che venne portata dal vescovo Petronio di ritorno dalla Terra Santa e che documenta l'altezza di Gesù Cristo (circa un metro e settanta).
Nella stessa chiesa una pietà in cartapesta ricorda le quaresime del '700, quando le beghine facevano il giro delle taverne sequestrando i mazzi di carte da gioco, che portavano poi a macerare per riprodurle in immagini sacre a remissione dei peccati commessi da mariti e figli.
Sulla facciata della chiesa del Santo Sepolcro resta il segno di un'altra leggenda: una pietra nera così lucida che le donne vi si specchiavano. Indignato per tanta vanità un santo eremita fece un incantesimo e da quel giorno le donne non viderò più i loro volti ma i loro peccati. Il vescovo proibì allora a tutti ad avvicinarsi alla pietra, e prodigiosamente la pietra diventò così opaca da non riflettere più nulla.
Il Santo Sepolcro era la tomba scavata nella roccia dove venne deposto il corpo di Gesù Cristo. Il sepolcro originario, quello di Giuseppe di Arimatea, venne distrutto nell'anno 135 quando l'imperatore Adriano fece radere al suolo Gerusalemme a seguito della rivolta del 132. L'operazione venne eseguita dalla XXII Legione, che in seguito venne spostata sul limes e ampliò il piccolo avamposto di Mogontiacum, l'attuale Magonza.
Fu l'imperatore Costantino I che a seguito del concilio di Nicea del 325 ordinò l'edificazione di una chiesa nei luoghi della passione di Gesù Cristo. La pietra in cui fu scavato il Santo Sepolcro venne chiusa da un piccolo edificio: l'edicola dell'Anastasis, chiesa consacrata nel 335.
Qua si conclude questo"viaggio",di uno dei complessi storici più appassionanti e intriganti che la nostra Bologna ci ha "consevato e regalato",e che ne fà e continuerà a fare,Tesoro sia artistico che religioso.
Vincenzo Coppola
sabato 8 settembre 2018
LA NOSTRA STORIA: LA BASILICA DI SANTO STEFANO.
Amici di Bologna,e non solo, siamo alla "seconda parte"della storia delle"Sette Chiese".Percorso storico, forse difficile da seguiremo particolarmente intrigante per la sua evoluzione.
Dunque riprendiamo:
Dunque riprendiamo:
......Nel 737 arrivano i Longobardi. Non toccano l'esistente complesso, ma costruiscono un quartiere accanto al complesso, e una nuova chiesa a destra del battistero che dedicano a San Giovanni Battista. Nella parte posteriore sorgono nove piccoli edifici, alcuni dei quali sono dati in uso ad un gruppo di monaci detti Stefaniani, di cui però non si conosce né provenienza né devozione.
Negli anni 1000-1100 i monaci Benedettini costruiscono il campanile, il chiostro, un grande monastero e una nuova chiesa, quella che sarà chiamata del Cenacolo (che sorge a sinistra del campanile). In questo periodo anche il battistero originario viene trasformato in chiesa, quella del Santo Sepolcro, a pianta ottagonale e tamburo della cupola a dodici lati.
A questo punto la storia diventa interessante: verso la fine del 1300 viene rinvenuta una tomba di epoca romana sepolta sotto il pavimento dell'attuale chiesa dei santi Vitale e Agricola, su cui è nitidamente inciso il nome "Simone", che era il nome originario di San Pietro (ribattezzato poi da Gesù "Kefa", che in aramaico significa appunto "pietra").
Nessuno si pone minimamente il dubbio che possa trattarsi di un qualsiasi altro Simone, e il sarcofago viene collocato sull'altare, il vescovo fa suonare le campane a festa e la chiesa è immediatamente dedicata a San Pietro. E tra i pellegrini che arrivano dal nord si diffonde la voce che il sepolcro del primo vicario di Cristo in terra non si trova a Roma, ma a Bologna.
Nessuno si pone minimamente il dubbio che possa trattarsi di un qualsiasi altro Simone, e il sarcofago viene collocato sull'altare, il vescovo fa suonare le campane a festa e la chiesa è immediatamente dedicata a San Pietro. E tra i pellegrini che arrivano dal nord si diffonde la voce che il sepolcro del primo vicario di Cristo in terra non si trova a Roma, ma a Bologna.
La notizia arriva anche in Vaticano, ma in un primo momento non viene creduta perché troppo inverosimile. E poi nel dicembre del 1399 si era a poche settimane dal nuovo anno santo e c'erano ben altri pensieri per l'organizzazione.
Ma già a febbraio i cardinali preposti alle celebrazioni del Giubileo si accorgono che qualche cosa non funziona: gli arrivi dei pellegrini sono inferiori al previsto, e anche la durata del soggiorno di quelli che arrivano è ridotta. Nonostante il grande successo di questo giubileo riportato da molte cronache, si comincia a lamentare il clero, si lamentano osti e artigiani, cerusici e negozianti, persino ladri e prostitute: è un disastro economico, ed è dovuto al fatto che i pellegrini si fermano a Bologna e tornano a casa contenti e ricolmi di indulgenze. La risposta di Bonifacio VIII è durissima: la chiesa viene sconsacrata e il vescovo ha l'ordine di demolirla e reinterrare il sarcofago in un luogo segreto con la massima discrezione, nonché ovviamente di spiegare ai fedeli che i veri resti di San Pietro non si sono mai mossi da Roma. Nel giro di pochi giorni crollano il tetto e le parti alte delle mura, la tomba sparisce.
Quindi, caso unico nella storia, una chiesa non viene distrutta dagli infedeli ma dal primo ministro di Dio, il Papa. E tutto questo senza dare scandalo, ma a maggior gloria del Signore, le cui vie sono decisamente infinite.
Questo comportamento può sembrare inverosimile al giorno d'oggi, ma a quei tempi molti vicari di Cristo si preoccupavano più degli interessi personali che del Santo Ufficio. Ad esempio tra le sante opere di papa Bonifacio VIII, oltre alla incredibile distruzione della chiesa di Santo Stefano, possiamo anche ricordare l'incarcerazione e successiva eliminazione del suo inoffensivo predecessore Celestino V (colui che fece per viltade il gran rifiuto) e l'aver completamente raso al suolo l'intera città di Palestrina per motivi di vendetta personale contro i Colonna.
(Bonifacio VIII-affresco di Giotto)
Tornando alla chiesa distrutta, soltanto settant'anni più tardi Sisto IV consentirà che la chiesa, ormai in completa rovina, sia riaperta al culto, purché dedicata ai santi Vitale e Agricola(due martiri bolognesi uccisi nella persecuzione di Domiziano nel 304). Probabilmente il tutto fu dovuto alle ambizioni e agli interessi del nipote, Girolamo Riario, che difatti nel 1473 diventa signore di Imola e subito dopo anche di Forlì.
Nell'attuale chiesa i sarcofaghi dei santi sono ai lati dell'abside: quello di San Vitale è alla sinistra, sul suo sarcofago è scolpito un pavone, simbolo dell'immortalità; quello di Agricola è sul lato destro, è più ricco e rifinito dell'altro, e porta i simboli del cervo e del leone. L'altare centrale è un'ara pagana con il coperchio rivoltato.
(Chiesa dei ss.Vitale e Agricola)
......per il momento mi fermo qua, seguirà una terza e ultima parte di questa nostra importante"pagina"di storia,che nonostante siano passati secoli e guerre,è ancora tutto o quasi tutto ben conservato e mantenuto tale.
Vincenzo Coppola
mercoledì 5 settembre 2018
LA NOSTRA STORIA: LA BASILICA DI SANTO STEFANO.
Cari Amici di questo nostro gruppo,vorrei iniziare questo "viaggio"storico,a puntate,cominciando a parlarvi di una delle Basiliche storiche più importanti che Bologna possiede: LA BASILICA DI SANTO STEFANO che si affaccia sulla omonima spiaggia,conosciuto anche come il complesso delle"Sette Chiese",denominata anche"Basilica Minore",che sarebbe una onoreficienza che il Papa dà a edifici religiosi cattolici particolarmente importanti.
Iniziamo?....Pronti!....Partiamo con un pò di storia:
Iniziamo?....Pronti!....Partiamo con un pò di storia:
La chiesa di Santo Stefano è a mio avviso il luogo con la storia più originale di tutta Bologna. Sorta sulla base di un antico tempio pagano, fu immaginata come copia fedele del Santo Sepolcro di Gerusalemme, vide nei secoli una serie di ampliamenti che portarono non ad una ma a ben sette chiese, e una di queste chiese divenne talmente famosa per un ritrovamento inaspettato che fu necessario un intervento "straordinario" del papa.
Delle sette chiese originarie al giorno d'oggi ne rimangono quattro, e soltanto una ha portato il nome di S. Stefano in un periodo incerto tra il V e l' VIII secolo, poi lo ha cambiato dedicandosi al Santo Sepolcro, e del protomartire non è rimasta nemmeno una cappella.
Comunque l'intero complesso è ricordato come "Ecclesia Sancti Stephani" e al giorno d'oggi comunemente indicato come Santo Stefano alle sette chiese.
La storia comincia una notte dell'anno 429, quando a papa Celestino I appare in sogno San Pietro che gli ordina di consacrare Petronio vescovo di Bologna. Considerando la motivazione della nomina (per inconfutabile segno divino) e il fatto che il buon Petronio sembra vantare origini nella famiglia imperiale di Costantino e Teodosio, la vicenda anticipa di più di un millennio l'attuale stile italiano di attribuzione delle cariche importanti.
Petronio aveva abbandonato una posizione sociale molto elevata per entrare nell'ordine sacerdotale, era uomo di santa vita ed esercitato fin dall'adolescenza negli studi dei monaci, aveva meditato come eremita nei deserti egiziani, ma soprattutto aveva visitato più volte Gerusalemme, tornandone arricchito di informazioni e con reliquie di prim'ordine, tra cui il piede sinistro di Santa Caterina e un frammento della vera croce (a detta di alcune malelingue comprate per 3000 pezzi d'oro da mercanti saraceni). E a quanto pare decide di ricostruire a Bologna una Gerusalemme da dedicare ai suoi fedeli locali.
-busto di San Petronio,Museo civico Medievale di Bologna-
Gerusalemme e i luoghi santi all'epoca esercitavano un richiamo enorme sull'immaginario europeo, e i cristiani, finalmente liberi dalle persecuzioni dei secoli passati, vorrebbero vedere con i loro occhi la Terra Promessa dalla quale è arrivata la luce della speranza, anche per ottenere di riflesso la remissione e il premio dei giusti.
Il progetto comincia dalla trasformazione in battistero cristiano di un antico tempio di Iside, che attorno all'anno 100 era stato fatto costruire da una ricca matrona bolognese a circa 80 metri dalla via Emilia, la strada che collegava Rimini con Piacenza.
Rimasta vedova di Osiride, ucciso dal fratello Seth, Iside supplica il supremo dio Ra di ridar vita al marito, e Ra lo concede, ma solamente se lei riuscirà a ritrovare ogni parte del corpo di Osiride, ormai sparsa un po' ovunque nel mondo. Dopo varie peripezie Iside ricompone il corpo di Osiride e Ra mantiene la promessa. A parte la vicenda intricata, soprattutto considerando il fatto che Iside Osiride e Seth erano tutti fratelli, tornando alla chiesa di Santo Stefano il fatto interessante è che l'iniziazione al culto di Iside prevedeva un rituale molto simile a quello del battesimo, ed in entrambi i culti c'è il medesimo concetto di resurrezione come premio alla fede e al sacrificio.
La fonte originaria viene riconsacrata con l'acqua del Giordano, e il colonnato circolare a cielo aperto che la circonda viene chiuso con un muro e sormontato con una cupola. Le colonne esistono ancora oggi all'interno del battistero: le colonne originali del sacrario di Iside sono quelle in cipollino nero (sette in tutto), mentre quelle in mattoni sono state aggiunte dopo.
Durante il vescovato di Petronio, negli anni 431-450, l'iseo diventa dunque un battistero cristiano coperto, ed accanto viene costruita la chiesa di San Vitale, la seconda delle 7 chiese. Successivamente poco distante viene aggiunto il "Martyrium".........
Per oggi mi fermo qua,agli inizi di una storia questa,un pò lunga e"complessa"nel suo genere ma,che come dicevo,è forse,il luogo storico,più originale di tutta Bologna!
Alla prossima puntata amici.
Vincenzo Coppola
lunedì 3 settembre 2018
LA NOSTRA CITTA'
Bologna: Bulåggna in dialetto bolognese.
E'un comune italiano di 390.198 abitanti,capoluogo dell'omonima città metropolitana,a sua volta capoluogo della regione Emilia-Romagna. Si tratta del swettimo comune più popolato d'Italia (4º del Nord dopo Milano,Torino e Genova) ed è il cuore di un'area metropolitana di 1.011.608 abitanti,circa.
Antichissima città universitaria, Bologna ospita numerosi studenti. Nota per le sue torri e i suoi lunghi portici, possiede un bellissimo e ben conservato centro storico, fra i più estesi d'Italia.
La città, i cui primi insediamenti risalirebbero almeno al I millennio a.C., fu un importante centro urbano dapprima sotto gli Etruschi e i Celti, poi sotto i Romani poi ancora, nel Medioevo, come libero comune.
Capitale settentrionale dello Stato Pontificio,a partire dal Cinquecento, ebbe un ruolo molto importante durante il Risorgimento e, durante la seconda guerra mondiale fu un importante centro della Resistenza.
Nel secondo dopoguerra, come buona parte dell'Emilia, è stata governata quasi ininterrottamente da amministrazioni di fazione politica di sinistra.
Bologna è un importante nodo di comunicazioni stradali e ferroviarie del nord Italia, in un'area in cui risiedono importanti industrie meccaniche, elettroniche e alimentari. È sede di prestigiose istituzioni culturali, economiche e politiche e di uno dei più avanzati quartieri fieristici d'Europa. Nel 2.000 è stata "capitale europea della cultura", mentre dal 2006 è "città della musica"UNESCO.
Questa introduzione,apre il blog,che ho appena creato per il nostro gruppo"La Mia Bologna",dove farò articoli della nostra bellissima città,piena di tanta storia,ma anche di leggende tantissima cultura,e dove cercheremo,con Fernando Gazzotti,di tenervi aggiornati,su quello che succede a Bologna.
Un grande grazie sempre a tutti Voi Amici del gruppo e.......seguiteci sempre,perchè Voi siete la forza e lo stimolo per continuare con passione!
Vincenzo Coppola
Iscriviti a:
Post (Atom)